sabato, giugno 30, 2012

Quanto è successo a Bruxelles



In questi giorni si è assistito ad una grande euroforia sui mercati finanziari di tutto il continente questo grazie alle decisioni che sono scaturite dal Consiglio europeo di Bruxelles del 28-29 giugno 2012. Il nuovo asse Roma-Parigi-Madrid ha prodotto i seguenti effetti:

1 - SCUDO ANTI-SPREAD I fondi europei Efsf ed Esm potranno essere utilizzati in modo più flessibile per acquistare titoli pubblici sul mercato primario e secondario, senza condizioni aggiuntive per il Paese coinvolto. L'argomento non era all'ordine del giorno ma vi è entrato grazie all'iniziativa del governo Italiano. Il concetto è semplice: un Paese che fa i "compiti a casa", che si impegna con sacrificio deve essere tolto dalla speculazione internazionale e bonificato dall'effetto contagio (chiaramente ogni riferimento all'Italia è puramente casuale). Il fondo salvastati che sarà sostituito dal ESM (meccanismo europeo di stabilità) verà quindi utilizzato per acquisti sui mercati al fine di ridurre lo spread. L'intervento del EFSF-ESM è subordinato ad una richiesta ufficiale sotto il controllo della commissione europea e del FMI. Il fondo interverrà sul mercato attraverso la BCE e la Banca Centrale del paese coinvolto. Il paese attraverso la Banca Centrale decide quantità dei titoli e la BCE procede ad acquistare fisicamente i titoli. L'ESM dispone a regime di 500 MLD di Euro. Ma alla luce degli interventi in Spagna (100MLD Banche Spagnole) si pensa ad una integrazione. L'Italia e la Francia avevano proposto di equiparalo ad una Banca che si finanzia presso la BCE, questo  consentirebbe all'ESM una liquidità illimitata... La Germania, come al solito "nicchia", adducendo che violerebbe la regola di non utilizzo della BCE come ente finanziatore degli stati.

2 - UNIONE BANCARIA La sorveglianza bancaria passerà alla Bce. Il fondo di stabilità finanziaria Esm potrà ricapitalizzare direttamente le banche, in base a una serie di condizioni. Angela Merkel riferendo quanto deciso a Bruxelles, conferma che il meccanismo di vigilanza unico dovrebbe essere pronto entro la fine del 2012. E il presidente della Bce, Mario Draghi, ha spiegato che «la Commissione europea presenterà una proposta per la creazione di un meccanismo di vigilanza unico entro il quale la Bce assumerà il ruolo di supervisore per l'Eurozona». Il problema dell'Unione Europea, traspare proprio dai contrasti che si creano nel prendere le decisioni si pensi che Italia, Francia e Germania (che poi l'hanno avuta vinta), hanno dovuto lottare contro le resistenze della Gran Bretagna, che voleva lasciare questa autorità all'EBA (che guarda caso ha seda a Londra). Un unico sistema di controllo dovrebbe evitare casi come le banche Irlandesi e Bankia (spagnola).

3 - UNIONE ECONOMICA Entro l'anno il presidente del Consiglio Ue, Van Rompuy, presenterà una road map per rafforzare l'integrazione economica tra i Paesi membri e creare una unione di bilancio. Questa road map si svilupperebbe comunque tramite due momenti chiave uno in autunno ed uno a fine anno. Quattro sono i pilastri previsti nel rapporto, condiviso con Barroso, Junker e Draghi: un quadro finanziario integrato da realizzare tramite l'unione bancaria; un quadro di bilancio integrato; il coordinamento delle politiche economiche; il rafforzamento della trasparenza nei processi decisionali. Mentre l'unione bancaria sembra cosa fatta, il punto due desta maggiori preoccupazioni. La Germania a riguardo chiede come rassicurazione la cessione di sovranità nazionale in campo finanziario da parte degli Stati dell'Unione verso l'Europa, con l'ipotesi della nascita di un Ministro del tesoro Europeo. In questo modo sarebbe lanciata la possibilità della nascita degli Eurobond o Eurobill che siano.

4 - PACCHETTO CRESCITA Il piano da 120 miliardi si basa su una ricapitalizzazione della Bei, nuovi project bond, un riorientamento dei fondi strutturali e un uso più efficiente del bilancio comunitario. L'obiettivo è il rilancio della economia. Il risultato raggiunto al vertice europeo è quello di aumentare di 10 miliardi il capitale versato della Bei, «allo scopo di aumentarne la base di capitale e di accrescerne la capacità totale di prestito di 60 miliardi, liberando in tal modo fino a 180 miliardi di investimenti supplementari, ripartiti in tutta l'Unione europea, compresi i Paesi più vulnerabili». Tale decisione dovrà essere adottata dal consiglio dei governatori della Bei affinché entri in vigore entro il 31 dicembre 2012. I fondi strutturali Ue entrano nella strategia di rilancio del continente. Si tratta di strumenti di intervento già esistenti, creati e gestiti dall'Unione Europea per finanziare vari progetti di sviluppo all'interno dell'Ue. Parte delle dotazioni verranno utilizzate, tra l'altro, a fianco della Bei per finanziare nuove infrastrutture; a disposizione ci sono 55 miliardi.

Il vero test sara' l'apertura dei mercati di lunedi', ma per ora il piano e' stato accolto 'a caldo' molto positivamente: le Borse hanno chiuso in forte aumento e gli spread sono calati. I dettagli sono ancora tutti da definire, ma entro il 9 luglio le decisioni dovranno diventare operative. Angela Merkel si lamenta comunque della poca rigidità dei controlli, aveva richiesto l'intervento della Troika UE-BCE-FMI sui paesi in difficoltà. Intervento osteggiato da Mario Monti che dichiara anche il bilancio italiano positivo: ''E' un risultato veramente importante per l'Europa, abbiamo fatto passi in avanti su linee condivise dall'Italia''. Barack Obama accoglie i progressi fatti e incoraggia i leader europei ad andare avanti. Le decisioni prese sono ''i primi passi di un processo che deve prevederne altri in futuro'', insiste la Casa Bianca. L'asse tra Italia e Spagna e' stato sostenuto pienamente dal presidente francese François Hollande, questo ha costretto la Merkel a cedere su quasi tutti i fronti. Resta il no per il momento agli EUROBOND, ma si va velocemente verso la Tobin Tax.

Fonte: Il sole24ore

martedì, giugno 26, 2012

EUROBOND NO DELLA MERKEL

Veto di Angela Merkel, agli Eurobond. In una riunione a porte chiuse con i parlamentari del partito liberale a Berlino la Cancelliera, avrebbe detto con decisione che «fino a che è in vita» non ci sarà alcuna condivisione del debito sovrano in Europa. La cancelliera ha anche espresso poca fiducia nel piano di riforme presentato da Herman Van Rompuy. Per la Merkel  il documento formulerebbe una troppo rapida condivisione delle responsabilità sui debiti pubblici. Vi sarebbe tuttavia un apertura di Berlino sull'ipotesi di utilizzare il fondo salva-Stati europeo - come proposto dall'Italia - per un meccanismo di stabilizzazione degli spread a favore dei paesi più virtuosi.

Mario Monti: sceglie la linea dura con Berlino: entro lunedì, quando riapriranno i mercati, l'Europa deve dotarsi di un meccanismo anti-spread o l'euro crolla (si dice pronto a trattare ad oltranza). A Bruxelles Monti proporrà che il fondo europeo salva-stati intervenga per ridurre lo spread dei titoli dei paesi virtuosi, idea sulla quale il ministro tedesco delle Finanze Schauble ha manifestato (come indicato sopra) ieri una cauta apertura.
Rajoy Mariano: La Spagna non potrà continuare "a finanziarsi sul lungo periodo" ai tassi attuali, visto il livello dello spread tra i bund e i titoli spagnoli: "è molto difficile finanziarsi oggi e sarà ancora peggio se non inviamo un chiaro segnale, che prendiamo sul serio il risanamento delle finanze pubbliche e la riduzione del deficit" questo quanto comunciato da Rajoy.
Francois Hollande: Oggi si incontra con Angela Merkel, alla quale dichiarerà la sua intenzione di cedere nei confronti dell'Europa parte della sovranità nazionale sui bilanci...anche se la cancelliera frena su tutto.
Herman van Rompuy: le proposte presentate dal presidente del Consiglio, muovono verso una prospettiva federalista della Ue. In 7 pagine si propone un tabella di marcia verso "un'effettiva unione monetaria ed economica" basata su quattro "mattoni" (integrazione finanziaria, di bilancio, economica e democratica) e si rompono alcuni tabù decennali. Secondo i quattro presidenti, sono necessari "passi adeguati verso una comune emissione di debito" (attraverso gli Eurobill o un fondo di riscatto) e una cessione di sovranità sui bilanci nazionali, fino a prefigurare un 'super ministero' del Tesoro della zona euro in grado, se necessario, di 'riscrivere' le finanziarie dei singoli Paesi. "Le politiche nazionali non possono essere decise in isolamento se i loro effetti si propagano rapidamente nell'insieme dell'area euro", motivano van Rompuy, Draghi, Barroso e Juncker. In particolare, gli obiettivi "per l'equilibrio di bilancio e il livello del debito sovrano dovranno essere concordati insieme" e un loro sforamento potrà essere possibile "solo previa autorizzazione". E' una scommessa contro il tempo ("restano tre mesi per agire", secondo il Fondo monetario internazionale), contro i mercati, anche oggi nervosi, con lo spread volato a 465 punti base, e contro l'impasse politica creata dalla dicotomia tra austerità e solidarietà.
Il "rischio sfascio": il settimanale tedesco Der Spiegel Titola "Euro a Rischio" sotto il titolo "uno sguardo sull'abisso". In un rapporto pubblicato sulla rivista il Ministro delle Finanze tedesco sostiene il possibile tracollo dell'economia tedesca in caso di sfaldamento dell'area Euro (si stima un -10%). Non solo in base alle stime elaborate da Bloomberg il numero dei disoccupati crescerebbe fino a superare i 5 milioni. A maggio secondo le stime della agenzia federale i senza lavoro tedeschi ammontavano a 2 milioni e 870 mila. Alla fine la Merkel dovrà probabilmente ingoiare "LA PILLOLA AMARA", il salvataggio dell'Euro infatti diventa più passa il tempo il male minore. Anche se la smentita sulla speculazione del rapporto è arrivata immediatamente dal portavoce del Ministro, molti in Germania cominciano a vedere un ostacolo la rigidità della Merkel.
Fonti: Corriere della sera, Ansa, Bloomberg, Der Spiegel.

domenica, giugno 17, 2012

Euro, Berlino ed il rischio totale.

Atene:  I greci votano dalle 7 di stamane nelle elezioni politiche piu' importanti della loro storia recente, un voto dal quale si dovrebbe capire il futuro di Atene dentro o fuori l'Eurozona, ma anche quelle dell'intera economia europea. 
Germania: Ammonta a 1.500 miliardi il rischio finanziario per la Germania in caso di disintegrazione dell'eurozona. E' la stima dell'istituto tedesco IfW, basata sui calcoli di sei tra i piu' importanti think tank del Paese e riportata oggi dallo Spiegel. La somma piu' ingente, pari a 700 miliardi di euro, e' in capo alla Bundesbank. Secondo il giornale, la banca centrale tedesca ha crediti commerciali all'interno dell'Eurosistema della Bce che sarebbe in grado di garantire solo in parte. Anche se ieri nel vertice congiunto, la Cancelliera ha ancora una volta detto no all'ipotesi degli euro-bond. "Il pericolo insito nelle proposte di una rapida mutualizzazione del debito è di nascondere le differenze di livello economico livellando i tassi di interesse. Chi non vuol vedere questa realtà, fa la scelta della mediocrità, e la mediocrità non può diventare il criterio della zona euro". La Merkel ha anche denunciato "la mancanza di fiducia" tra i leader europei e ha rivelato che, al momento di approvare il "fiscal compact", lei sarebbe "andata anche oltre, sono stati gli altri partner che non lo hanno voluto".
Spagna: Alcuni Paesi europei, compresa la Spagna, hanno bisogno di un'iniezione di liquidita' da parte della Bce. Lo ha detto il viceministro spagnolo per gli Affari europei, Inigo Mendez de Vigo, in un'intervista a ABC.L'ultima analisi del governo sull'industria bancaria iberica, che ha rivisto al rialzo le previsioni sulle perdite degli istituti, potrebbe non essere stata sufficientemente accurata, ha aggiunto, perche' molte banche non sono state in grado di fornire stime aggiornate.
Italia:  "L'Italia si è spostata dall'orlo del precipizio, ma il cratere si è allargato e ora siamo di nuovo in crisi". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti che oggi a Milano ha inaugurato Vodafone village, il nuovo quartier generale di Vodafone Italia: un investimento da 300 milioni di euro per un complesso di 67mila metri quadrati che è diventato la più grande operazione di real estate del gruppo Vodafone nel mondo. "Il Governo è entrato nella fase due e adesso coltiva la crescita - ha detto il premier -. La crescita è un fenomeno che richiede molto molto tempo, non voglio dare illusioni, nè togliere speranze". Secondo Monti, inoltre, la decisione, annunciata ieri, di vendere parte del patrimonio pubblico non è stata presa subito "perchè sarebbe stato un messaggio sbagliato al mercato e alla comunità internazionale. Prima bisognava mutare durevolmente i flussi correnti".
Bruxelles: I capi di governo di Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna si sono consultati ieri in teleconferenza con il "quartetto" composto dai presidenti di Commissione, Consiglio, Banca centrale ed Eurogruppo in vista del vertice del G20 che si terrà lunedì in Messico, all'indomani del voto cruciale in Grecia.
USA: Dall'America arrivano nuovi ultimatum rivolti ai leader europei ad "agire insieme con impegni precisi perché nessuno può risolvere i problemi da solo". Lo ha detto il sottosegretario al Tesoro americano Lael Brainard, specificando che "gli Stati Uniti sono pronti ad ogni emergenza che potrebbe arrivare dall'Europa dopo il voto della Grecia".
BCE: Draghi ha detto ieri che "la Bce continuerà a immettere liquidità" per le banche. Mario Draghi, insiste sulla necessità di dare alla zona euro "nuove fondamenta rafforzate in materia finanziaria, di bilancio, e delle politiche strutturali", e preannuncia che "molto presto" il "quartetto"  presenterà le sue proposte. Stesso tono anche dal commissario europeo agli affari economici, Olli Rehn, secondo cui è urgente "tracciare una mappa della direzione e dei passi da intraprendere verso una piena unione economica per completare la nostra unione monetaria, anche attraverso un'unione finanziaria".
Resto del Mondo: Le elezioni in Grecia allarmano anche la Corea del Sud. ''Siamo in stato di massima allerta. Staremo a stretto contatto con le altre autorita' per ogni azione rapida che dovesse servire nel caso in cui i mercati risentissero del risultato del voto greco'', spiega il Ministero delle Finanze in una nota, sottolineando che verra' comunque convocato un meeting di emergenza nella prima mattinata di lunedi' per valutare l'esito del voto e discutere misure per la stabilizzazione dei mercati. A dire il vero prendono sempre più corpo le voci su un piano di intervento congiunto di tutte le principali banche centrali del pianeta per far fronte ad un eventuale attacco di panico che dovesse seguire la vittoria della sinistra radicale in Grecia, prodromo ad una uscita del Paese dall'euro. L'obiettivo è quello di evitare una reazione a catena che da Atene si trasmetta alla Spagna, all'Italia e magari ad altre economie extra-europee con una fuga generalizzata degli investimenti. 
FMI: Ieri intanto il Fondo monetario internazionale, che non partecipa al prestito per il salvataggio delle banche spagnole, ha reso noto il suo rapporto sulla situazione economica del Paese. Secondo Il Fmi Madrid quest'anno non riuscirà a raggiungere l'obiettivo di ridurre il deficit al 5,3% a causa delle recessione economica. L'Italia, invece, secondo il Fondo non è più "sorvegliata speciale", ma rischia di essere "la prossima vittima del contagio". Anche questo sarà uno dei temi in agenda al G20.
Borse: Il mercato punta forte sulle banche centrali che secondo diverse indiscrezioni sarebbero pronte a intervenire in vista del voto di domenica in Grecia. Lo rivelano fonti del G20, secondo le quali le banche centrali sono pronte ad assumere azioni coordinate e a iniettare liquidità per stabilizzare i mercati, nel caso in cui il voto in Grecia dovesse creare turbolenze. Nel frattempo la Banca centrale del Giappone ha deciso di mantenere i tassi  tra lo 0 e lo 0,1%. A spingere i mercati anche le parole del presidente della Bce, che assicura nuovi interventi a sostegno delle banche. Lo spread, il differenziale di rendimento tra Btp decennali e gli omologhi bund tedeschi, è in calo a quota 448 punti base, ma i titoli italiani sono scambiati ancora con un tasso al 5,89%. In rialzo il rendimento dei bond tedeschi, vicini a quota 1,5%. Ancora a quota 6,8% i bonos spagnoli. La Banca centrale spagnola, intanto, rende noto che il debito pubblico è salito al 72,1% del Pil nel primo trimestre dal 63,6% dello stesso periodo di un anno fa. Il governo si aspetta che il debito della Spagna raggiunga il 79,8% del Pil a fine anno, una cifra che non tiene ancora conto dei 100 miliardi di euro di prestiti che l'Europa è pronta ad accordare al sistema bancario. E il Fmi lancia un nuovo allarme: "Probabile che Madrid non riesca a rispettare gli obiettivi di bilancio per il 2012". E ancora: "L'economia spagnola ha delle prospettive molto difficili ma ha anche le potenzialità per riprendersi". Nell'Eurozona, invece, cala l'occupazione: nel primo trimestre Eurostat ha rilevato un calo degli occupati dello 0,2% e dello 0,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. La perdita di posti di lavoro colpisce soprattutto il settore costruzioni (-1,3% nella zona euro e -0,8% nella Ue-27) mentre l'aumento maggiore riguarda l'informazione e la comunicazione (rispettivamente +1,0% e +1,3%).
Fonti: Ansa, Bloomberg, Repubblica, Il sole 24ore

mercoledì, maggio 30, 2012

Decisioni Economiche


People in standard finance are rational.

People in behavioral finance are normal.

Meir Statman, Santa Clara University

Economisti e matematici hanno nel tempo analizzato i criteri di scelta degli individui (in condizioni di certezza ed in condizioni di incertezza). Hanno così costruito la teoria di comportamento del consumatore che prova a decodificare tali scelte. Il limite dell'approccio razionale, viene superato quando si aggiunge allo studio la psicologia, dando vita all' economia comportamentale ovvero alla  psicologia economica, entrambi gli approcci  provano a spiegare le scelte come avvengono nella realtà. Le persone infatti nel gestire le loro scelte e nel prendere le loro decisioni, fanno un uso delle euristiche, ovverosia di procedure di ragionamento intuitivo non basate sull'analisi di dati numerici o di costi/benefici.
Si può dire che la psicologia della decisione si concentra sullo studio dei fattori che inducono le persone a prendere determinate decisioni e da queste cerca di definire delle regole di tipo generale. Piuttosto che rimanere vincolati alla creazioni di situazioni ipotetiche quasi sempre non aderenti alla realtà. L'integrazione dei principi economici con le risultanze degli studi di psicologia cognitiva ha permesso di fare dei passi avanti nel settore. I risultati sono la definizione di una serie di comportamenti che dal punto di vista economico possono apparire irrazionali, ma che invece stanno alla base e definiscono i nostri criteri di scelta.
Contabilità mentale (mental accounting; Thaler, 1999): Thaler individua un comportamento da parte degli individui che tendono a suddividere il denaro in ogni frangente della vita e per ogni necessità, categorizzando: spese, entrate e ricchezza. Questo accade in aperta contraddizione con il principio di fungibilità del denaro, secondo la teoria economica i soldi non hanno etichetta e possono essere spesi allo stesso modo indipendentemente dalla provenienza come il classico deposito alla rinfusa. Tale analisi permette di superare la teoria tradizionale che analizza la scelta esclusivamente all'interno della massimizzazione di un vincolo di bilancio, contrapponendo ad essa una molteplicità di vincoli in funzione dei molteplici conti mentali aperti.
Il concetto di contabilità mentale quindi fa riferimento a due fenomeni psicologici in particolare:
A) Le persone non considerano il denaro e le diverse forme di denaro fungibili;
B) Le persone tendono a separare diverse attività finanziarie in altrettanti conti mentali.
Nel caso A avere 100 euro in contanti o 100 in titoli (che possono essere trasformati in contanti) non produce lo stesso risultato in termini di percezione. Nel caso B ad esempio, una persona potrebbe usare un conto mentale per le spese ordinarie, un conto per le spese ingenti ed infine un conto mentale per i risparmi (da usare solo per imprevisti). Il reddito ad esempio si classifica in base alla provenienza ed è differente se è di natura occasionale (vincita al lotto) ovvero ripetitivo (lavoro), la serietà della fonte implica un diverso atteggiamento nella spesa. Un'importante implicazione della contabilità mentale è che le persone faticano a ragionare nei termini del loro patrimonio assoluto (come invece suggeriscono le teorie di tipo economico). La liquidità dei conti correnti viene spesa più facilmente e così è difficile che si smobilizzi il patrimonio per finanziare i consumi. Al ciclo di vita tradizionale, si dovrebbe quindi aggiungere anche il ciclo di vita comportamentale.
Costi sommersi (sunk costs; Arkes e Blumer, 1985; Arkes, 1996):
L'altra anomalia è nota come sunk cost effect o effetto costi sommersi. Normalmente la teoria economica vorrebbe che le scelte di qualsiasi natura non vengano influenzate da costi già sostenuti. La pratica tuttavia è diversa e nel valutare un investimento o un progetto spesso si considerano, oltre a costi e benefici marginali, le risorse già impegnate e non più recuperabili (in una sorta di loss aversion). Questo porta le persone ed i manager a tentare di concludere anchi i progetti meno convincenti per il solo fatto di aver investito in precedenza sul quel progetto. Questo comportamento, che può sconfinare nell'ostinazione e che trova nel "Overconfidence" il suo migliore alleato produce risultati spesso insoddisfacenti e fallimenti. Il comportamento è irrazionale, i soldi spesi nel passato sono ormai persi e sarebbe più conveniente evitare di spendere anche quelli che rimangono. Questo come già accennato sopra va in aperta contraddizione con le teorie economiche dove un agente razionale prende decisioni sui possibili scenari futuri, indipendentemente da quanto fatto nel passato. I costi sommersi modificano talmente tanto il nostro comportamento da creare la cosidetta escalation of commitment, ovverosia il fatto che siamo disposti ad aggiungere altri soldi pur di completare un progetto fallimentare.
Le persone danno un valore diverso alle cose che possiedono rispetto a quelle che non possiedono. Questo influirebbe in modo inconsapevole sulla formazione del prezzo di vendita e di acquisto. E' stato fatto un esperimento consegnando una tazza di caffè ad alcuni partecipanti di un esperimento mentre ad altri è stato solo chiesto di chiedere un prezzo di acquisto. Questa esperienza di "minimo possesso" divide in due i partecipanti all'esperimento: chi ha ricevuto la tazza mediamente valuta l'oggetto di un valore superiore rispetto a chi non l'ha ricevuta. Questo non dipende da questioni affettive o dalle esperienze legate all'oggetto.
La finanza comporamentale e la psicologia del consumatore diventano quindi aree importanti nello studio delle decisioni economiche. La finanza comportamentale spiega l'atteggiamento irrazionale tenuto dagli investitori.Tra i più importanti ci sono l'effetto di disposizione (Shefrin e Statman, 1985) e l'equity premium puzzle (Mehra e Prescott, 1985). La psicologia del consumatore ha studiato l'incoerenza delle preferenze come gli: effetti di contesto (attrazione e compromesso; Shafir, Simonson e Tversky, 1993) e l'effetto di diverse modalità di valutazione (per esempio, la valutazione congiunta e separata; Hsee, Loewenstein, Blount e Bazerman, 2006).
Tra Link e documenti pdf...
Il mental accounting teoria ed evidenze sperimentali
Mental accounting su Youtube
Mental Accounting in Portfolio Choice: Evidence from a Flypaper Effect
Advances in Research on Mental Accounting and Reason-Based Choice
Mental Accounting and Consumer Choice: Evidence from Commodity ...
Il portale italiano sulla finanza comportamentale
Finanza comportamentale on line
Finanza comportamentale documento


Bibliografia 
  • Benartzi, S., e R. H. Thaler, 1995, "Myopic loss-aversion and the equity premium puzzle," Quarterly Journal of Economics 110 (1), 75-92.
  • Kahneman, D., e A. Tversky, 1979, "Prospect Theory: An Analysis of Decision under Risk," Econometrica 47 (2), 263-291.
  • Kahneman, D., J. L. Knetsch, e R. H. Thaler, 1990, "Experimental Tests of the Endowment Effect and the Coase Theorem," Journal of Political Economy 98 (6), 1325-1348.
  • Kahneman, D., J. L. Knetsch, e R. H. Thaler, 1991, "Anomalies: The Endowment Effect, Loss Aversion, and Status Quo Bias," Journal of Economic Perspectives 5 (1), 193-206.
  • Shefrin, H. H., e R. H. Thaler, 1988, "The behavioral life-cycle hypothesis," Economic Inquiry 26, 609-643.
  • Thaler, R. H., 1980, "Towards a positive theory of consumer choice," Journal of Economic Behavior and Organization 1, 39-60.
  • Thaler, R. H., 1985, "Mental accounting and consumer choice," Marketing Science 4, 199-214.
  • Thaler, R. H., 1990, "Saving, fungibility and mental accounts," Journal of Economic Perspectives 4, 193-205.
  • Thaler, R. H., 1999, "Mental accounting matters," Journal of Behavioral Decision Making 12 (3), 183-206.

giovedì, maggio 24, 2012

Politica e mercati finanziari

"Oggi i mercati stanno dettando a Stati sovrani e democratici, o presunti tali, ciò che possono o non possono fare per il loro cittadini. I quali, di conseguenza, vedono nelle autorità di governo non più i propri rappresentanti eletti, bensi i rappresentanti di altri Stati o di organizzazioni internazionali, come il FMI (Fondo monetario internazionale), UE (Unione Europea), al riparo di qualsiasi pressione elettorale. Questa situazione viene presentata come una crisi, una deviazione eccezionale rispetto ad un sistema fondamentalmente stabile. Ma è davero cosi?" W.Streek (condirettore del MAX PLANK Institute for the study of societies di Colonia).
L'attuale situazione di stallo tra Politica, Società ed Economia del resto è ben sintetizzato dal pensiero del presidente della commissione europea che afferma: "Tutti i politici sanno che cosa sarebbe meglio fare, ma nessuno sa come farsi rieleggere, dopo averlo fatto".

L'attuale situazione europea vede i paesi stretti tra un eccesso di Debito e un eccesso di politica di Austerity. I politici in stallo tra il decidere ed il cercare di rimanere al potere il più possibile, vengono commissariati o sostituiti (spesso dai mercati finanziari).

La società che si trova in questa situazione, costretta ed obbligata a scelte e sacrifici che non possono essere facilmente sostenibili si scalda e si ribella. Si ribella a causa della riduzione dei redditi disponibili, della crescente disoccupazione, della riduzione del Welfare e di un futuro che i Media dipingono sempre più incerto. Tutto questo aumenta la tensione sociale che fa degenerare la politica ancora di più in uno stallo che può condurre il paese in un periodo di stagnazione.

martedì, maggio 22, 2012

Spread BTP/BUND


Sul mercato obbligazionario italiano lo spread ritorna a calare. L'impressione è forse che i leader Europei adottino nuove misure per stimolare la crescita dell'eurozona. Inoltre sembra possibile l'introduzione dei famigerati Eurobond.
Mercoledì scorso lo spread aveva segnato un picco a 470 punti base, massimo dal 18 gennaio scorso.
Il rendimento del decennale italiano è 5,785% da 5,937% della chiusura ieri.

Per il dato in diretta:


domenica, gennaio 15, 2012

Standard and Poor's taglia il rating di alcuni paesi UE

Standard and Poor's il 14 gennaio 2012, ha annunciato il taglio di Rating, di alcuni paesi europei.  
In particolare: Austria e Francia perdono la tripla AAA scendendo ad AA+, downgrade di due gradini per Italia declassata a BBB+, stesso trattamento per Spagna, Portogallo e Cipro. La Spagna scende ad A dal precedente AA-, la Grecia vicino al "default" a CC, BBB- per il momento al PortogalloS&P's attribuisce lo stesso rating dato all'Italia infine alla Russia. Rimane invariato a AAA il giudizio sulla Germania con la promessa di una revisione futura a ribasso. Sull' Italia in particolare Standard and Poor's commenta che: "...I rating dell'Italia sono appesantiti da un elevato debito pubblico e da deboli potenziali di crescita. Sono invece sostenuti da un'economica in salute e diversificata, dall'atteso surplus primario e da considerevoli risparmi del settore pubblico...", è quanto si legge nella nota sul giudizio espressa proprio dalla agenzia di rating e che potete leggere sul link.  
In Europa molti politici hanno manifestato il loro disappunto a riguardo e molti articoli di giornale hanno cominciato a scrivere circa i rating ed i giudizi di queste aziende, in particolare si è fatto spesso riferimento sull'attacco all'Europa, e per questo si attende una risposta univoca dall'Eurogruppo. Mario Monti, stesso pare che voglia affrontare la questione lunedi 16 gennaio con il presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, per invitare le istituzioni europee ad agire al più presto sul fronte della crescita... sulla questione da vedere il video sul declassamento(link), 


Chi sono le agenzie di rating? 

Come è possibile vedere nel link di collegamento a wikipedia, le agenzie di rating nascono con il nobile scopo della trasparenza.  Il volume "History of Railroads and Canals in the United States" (Storia finanziaria delle ferrovie e dei canali degli Stati Uniti)  che conteneva le informazioni operative e finanziarie di tutte le compagnie ferroviarie attive negli stati Uniti, pubblicato da Henry Varnum Poor, e' considerato di fatto l'atto di nascita di Standard and Poor's nel 1860. Durante la sua vita Poor si battè per far rendere pubblici i bilanci delle società a favore degli investitori. In questo ambiente il figlio insieme ad una analista finanziario Luther Lee Blake diedero origine alla società di analisi Standard and Poor's. La stessa Moody's, nasce dall'interesse che aveva il suo fondatore per la trasparenza finanziaria delle aziende. L'assenza della trasparenza secondo J.Moody era stata causa di un Mini-crash finanziario nel 1909 e proprio in quell'anno nasce Moody's (anni prima aveva pubblicato un manuale "Manual of industrial securities"). Oggi le citate agenzie sono diventate le due aziende di rating più importanti al mondo seguite da Fitch.

Che cosa è il Rating:


Rating significa valutazione. E' un metodo che permette tramite giudizi finali sintetizzati da uno schema di lettere di classificare: Stati, Imprese, Obbligazioni. Il giudizio viene quindi espresso attraverso un voto in lettere. Al voto viene associato un premio di rischio, tale premio aumenta al ridursi del rating (esempio da AAA a AA), quindi più si abbassa il rating più aumenta il rischio ed il rendimento associato a quell'investimento.
Standard and Poor's  Utilizza le seguente classificazione intervallata da + e - la tripla BBB rappresenta anche lo spartiacque tra i titoli investment grade (da AAA a BBB) e i titoli speculative grade (da BB a D).
  • AAA Elevata capacità di ripagare il debito
  • AA Alta capacità di pagare il debito
  • A Solida capacità di ripagare il debito, che potrebbe essere influenzata da circostanze avverse
  • BBB Adeguata capacità di rimborso, che però potrebbe peggiorare
  • BBB Debito prevalentemente speculativo
  • CCCCC Debito altamente speculativo
  • D Società insolvente
Chi sono i proprietari delle agenzie di rating?


Standard and Poor's dopo la fondazione da parte di Poor, assume la forma attuale nel 1941, successivamente la società viene acquistata nel 1966 dal colosso dell'informazione finanziaria McGraw-Hill. Moody's fondata nel 1909 dall'omonimo Moody J. è oggi di proprietà del magnate della finanza Warren Buffet (con la Berkshire Hathaway) che risulta proprietario del 13,4% della società, lo seguono a ruota Fidelity, State street, Black RockVanguardInvesco e Morgan Stanley Investment. Insomma i più grandi gestori del mondo sono i proprietari di Moody's (oltrettuto sono pure i soci di minoranza di S&P). L'altra compangia Fitch è stata fondata proprio da Fitch la vigilia di natale del 1913, ha due azionisti di peso come il gruppo francese Fimalac e il gruppo editoriale Hearst.
Per avere un idea dei numeri che stanno dietro questo mercato S&P è una azienda con 10.000 dipendenti ed un fatturato di 2,9 Miliardi di dollari l'anno (con profitti di 1 Mld di dollari), giudicano il debito di un centinaio di paesi per un valore totale di 35.000 MLD di dollari il doppio del Pil degli USA, tra tutte le attività emette 870.000 giudizi l'anno.


Oggi c'è da fidarsi delle agenzie di rating?


Le agenzie di rating sono state criticate dagli analisti finanziari per due motivi: la loro non piena affidabilità di analisi (si pensi al caso Lehman che qualche giorno prima del fallimento si trovava ancora in Investiment grade); il loro conflitto di interessi con il mercato (vista la proprietà). Sul conflitto di interessi con il mercato occorre notare in primo luogo che i soci di maggioranza e di minoranza di queste agenzie hanno a che fare con gli investimenti direttamente od indirettamente. Pensare che Warren Buffet è proprietario di Moody's e della Berkshire Hathaway non lascia tanto all'immaginazione, come del resto c'è poco da immaginare sapendo che le maggiori case di investimento oggi sono fra i maggiori azionisti delle due più grandi aziende di rating. La domanda che ci passa per la testa è: che ci fanno i gestori di fondi nel capitale di queste società? Sicuramente si sta li perché si guadagna (5MLD di fatturato 2,9 MLD di utili). Poi se approfondiamo l'analisi possiamo immaginare che stare li... dove si giudicano i destini di migliaia di aziende sul mercato, dia modo di avere informazioni privilegiate e di conseguenza conoscere il giudizio anticipatamente può permettere di realizzare grossi guadagni. La seconda parte della risposta, chiaramente è di pura fantasia, è un illazione, perché è vero che ogni azienda è separata ed esistono le "muraglie cinesi", ma è anche vero, come diceva Giulio Andreotti :"A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina". Uno dei criteri di investimento utilizzati da W. Buffet, è il value investor ossia la ricerca azioni il cui prezzo è ingiustificatamente basso rispetto al valore intrinseco di tali azioni. Questo tipo di operazione è tanto più facile quanto più si controlla l'informazione sul mercato, la capacità di giudizio e di analisi... su questo argomento potremmo scrivere fiumi di parole. Possiamo infine concludere dicendo che le agenzie di rating sono organismi privati con poteri politici, infatti le loro decisioni influenzano il mondo politico, di fatto consegnano nelle mani del mercato i governi e le decisioni che devono prendere (creando di fatto un capovoglimento tra i poteri), con buona pace di chi pensa che i mercati non devono influenzare i Governi. 

I numeri in sintesi delle società di rating:
  • 5 miliardi Il business delle pagelle (il fatturato del giudizio)
  • 2,8 miliardi Profitti  (oltre il 50% del fatturato)
  • 13,4% La corsa ad un posto al sole (partecipazione di Warren Buffet in Moody's)
  • 70 mila mld  Un mercato colossale (spartito tra le tre sorelle del giudizio)

sabato, gennaio 07, 2012

Non solo debito pubblico...

Sul sito della Banca d'Italia si trova questo interessante documento intitolato Il debito pubblico dall'unità d'Italia ad oggi. Da scaricare e leggere.

Situazione debitoria totale degli stati:

Qui a sinistra possiamo vedere un grafico che rappresenta la composizione del debito totale di ogni stato avanzato, come somma del debito pubblico e privato.
Come si può vedere, l'Italia ha la particolarità di  un buon debito pubblico, ma di un basso debito privato. Dall'analisi dei dati aggregati si vede come l'Italia non stia peggio di altri stati ed è impressionante che non se ne tenga conto. Come si vede U.K, Giappone, Spagna e Francia hanno posizioni debitorie superiori all'Italia.



Analisi comparata CDS e percentuali del debito pubblico:

L'aggregato del debito pubblico europeo rapportato all'aggregato del PIL europeo produce come risultato un rapporto debito/PIL al 85% contro un un 200% del Giappone  ed un 100% degli USA. Ma se andiamo a vedere i CDS la situazione si capovolge... Il CDS medio europeo (che misura il rischio di default) è di 397 contro 100 del Giappone e solo 49 degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti si ritrovano ad avere una migliore fiducia a livello internazionale nonostante l'innesco del credit crunch del 2008.
Ma questo perchè?
Prima di tutto per Motivi Politici: Il nome eurozona fa intendere già dal sostantivo che razza di Unione sia... L'euro ed il commercio sono gli unici elementi di unione. Le unioni per interesse, per interesse finiscono. Oggi paesi come la Germania, che hanno avuto tanto da questa stessa unione, preferiscono concentrarsi sul proprio orticello piuttosto che lavorare su una politica economica comunitaria. Motivi di rischio contagio: il default di uno stato membro porta il rischio di un effetto domino su altri stati che potrebbe portare ad una crisi di sistema. Motivi di politica monetaria: La BCE deve fare la banca centrale come fa la FED negli Stati Uniti, cosa che fino ad oggi non si è ancora vista. Motivi speculativi: Il caos Greco ha inibito l'efficacia dei CDS, la paura ha prodotto quindi strategie di vendita sui titoli di stato in particolare sui BTP, dato che l'Italia era lo stato con il maggior numero di CDS emessi... da li un innesco di una reazione a catena speculativa sul bel paese.

Quali banche europee sono più esposte sul debito italiano?

Il grafico a sinistra mostra invece quali sono le esposizioni delle banche verso il debito pubblico italiano. Il principale creditore dell'Italia è la Francia a seguire la Germania. Questo fa capire i famosi incontri a tre tra Merkel, Sarkozy e Monti, ed il tentativo della Germania di "Commissariare l'Italia". Ma se andiamo sul sito della Reuters grafici interattivi possiamo giocare clikkando sui vari stati per vedere cosa si intende quando si parla di effetto domino. Clikkando sulla Germania possiamo vedere che i maggiori finanziatori della popolo tedesco sono i Francesi e gli Italiani; spostandoci sulla Francia invece si può notare che il debito pubblico è detenuto principalmente dagli Inglesi e dagli Stati Uniti. In pratica chi sostiene Sarkozy non è di certo Berlino e la Francia sembra perciò rispondere di più  all'Inghilterra che sembra a sua volta una succursale degli USA. Passando da un paese all'altro è possibile farsi delle idee di cosa siano gli intrecci tra nazioni, e quale sia il rischio di sistema in gioco.


Andamento delle scadenze del 2012:


Come si può vedere la maggior tensione delle scadenze si concentra sui primi 4 mesi dell'anno, passati i quali...  
E' importante notare che questo momento, con la crisi non ancora definita in termini economici e la BCE che fornisce liquidità illimitata, possa esserci  ancora favorevole... 
La pressione "tassi" si è allentata sui rinnovi a breve termine, mentre sui decennali rimane sui livelli di guardia.  Questo ha portato a pensare di accorciare la scadenza del debito pubblico a favore di rinnovi su titoli più corti, che favorirebbero quindi una riduzione della spesa su interessi del debito. Questa  politica di rinnovo tuttavia non terrebbe conto del rollover risk (Rischio di rinnovo) o di financial risk management. Alcuni articoli interessanti:
1 Government debt management at low interest rates
La durata media del debito pubblico, negli ultimi anni è andata progressivamente aumentando (OGGI E' 7,1 ANNI) e questo è di aiuto perchè più è breve peggio è. Concetto espresso in modo sintetico ma efficace anche da Maria Cannata (Guardiano del debito pubblico)  «Un nuovo BTp a 24 mesi rischierebbe di cannibalizzare le emissioni dei CTz e dei BTp triennali: avremmo un titolo in meno e la vita media del debito, attualmente di poco superiore ai 7 anni, si ridurrebbe. Non ci conviene»...«In base alle analisi di sensitività, dopo tre anni il debito assorbe il 50% dell’impatto del rialzo dei tassi» (Il Sole 24 Ore). In questo link potete trovare un confronto con altri paesi: La classifica dei peggiori debiti pubblici.

Andamento del debito negli ultimi 20 anni:


Il problema del debito non è il "debito", ma la crescita economica. Immaginiamo di avere un crescita economica sostenuta, questo porterebbe: maggiori entrate fiscali, saldo primario in aumento (se prima era uguale a zero dopo è maggiore), il debito pubblico va a ridursi in termini assoluti perchè rimborsato dall'avanzo primario mano a mano che va a scadenza ed il rapporto (debito/pil e deficit/pil) migliora proprio per l'aumentare del PIL stesso. Immaginiamo di non avere una crescita economica... il ragionamento è lo stesso solo che vede peggiorare conti pubblici, rapporti etc... senza che il governo faccia niente in entrambi i casi. Nel 2000 il +3,7% fa migliorare immediatamente i conti. Nel 2009 viceversa il -5,1% fa peggiorare i conti. Le scelte di politica economica poi sono di difficile soluzione o dovrebbero far parte di una società matura. Immaginiamo infatti un governo che deve prendere una decisione di politica economica che ha effetti dopo 3-5 anni (e quindi andrebbe a beneficio di altri governi), questa decisione avrà una possibilità molto ridotta di essere presa in considerazione se può causare problemi di immagine nel breve (esempio della riforma previdenziale). Il governo Monti da questo punto di vista  ha un vantaggio "...Stavolta il vantaggio è che, non essendo l`attuale governo espressione di specifiche parti politiche, difficilmente vedrà il proprio lavoro smantellato da chi verrà dopo, a differenza di quanto accaduto nelle ultime legislature..." (Prof. Giacomo Vaciago).


Eurobond e la Germania:


Gli Eurobond Secondo Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, sono necessari. Già in agosto la Cancelliera Merkel faceva sapere che: "...Si tratta di un pendio scivoloso, la situazione potrebbe peggiorare e noi non vogliamo arrivare a questo. Se tutti i debiti venissero messi in un solo contenitore non capiremmo da dove vengono. Gli eurobond non darebbero la possibilità o il diritto ai più di intervenire per forzare la disciplina finanziaria degli altri..." La disciplina sembra il nodo cruciale nella testa della cancelliera. Alla Germania fanno molta paura, perché, siccome l’Europa non è - nonostante sia unita monetariamente - un’entità unica, è altamente probabile che il costo di questi E-bond gravi sugli stati che stanno “meglio” da un punto di vista economico-finanziario, per salvare gli altri (Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda). La Francia anche essa paladina contro gli E-Bond sembra che abbia ceduto il passo... il punto è infatti che a medio-lungo termine anche Germania e Francia possono venire coinvolte dalla crisi... e la corsa al pareggio di bilancio può essere pagata molto cara in termini di recessione economica. 
Alcuni punti di riflessione:
1) Il debito Pubblico tedesco è pari all’82% del PIL, con un sistema bancario carico di leva finanziaria e di esposizione su Francia ed Italia, con possibili effetti contagio.
2) Il No agli Eurobond è un No dalla memoria corta. Con l'Euro la Germania ha guadagnato il 15% di quote di mercato nell’Eurozona, diventando il secondo esportatore globale, crescendo a ritmi molto alti;
3) Se la Germania esce dall'Euro, l'immediata rivalutazione del Marco porterebbe problemi di esportazione alla Germania nei confronti dell'area Euro e le banche tedesche che dovrebbero fare i conti con svalutazioni di presititi in Euro. Detto questo è possibile che la decisione della Merkel sia quella di prendere maggiore tempo possibile...
Ansa: Shulz su Eurobond
Il sole 24ore: Eurobond e Riforme secondo Goldman Sachs
Eurobond ci salveranno