L'andamento dell'inflazione in Italia è stato oggetto di numerosi studi, che hanno esplorato vari aspetti storici e fattori determinanti. Ecco alcuni fattori che hanno o influenzano l'inflazione in italia:
Inflazione e cambio dell'euro
L'introduzione dell'euro nel 2002 ha rappresentato un cambiamento fondamentale nell'economia italiana e ha influenzato significativamente le percezioni dell'inflazione. Molti cittadini italiani hanno avvertito un aumento dei prezzi superiore ai tassi ufficiali rilevati dall'Istat. Questo fenomeno è stato in gran parte attribuito all'arrotondamento dei prezzi, una pratica in cui i prezzi sono stati convertiti in euro con aggiustamenti che tendevano a rendere le cifre "visivamente attraenti" ma lievemente superiori rispetto ai valori precedenti. Prodotti di consumo frequente, come beni alimentari e servizi di base, hanno subito aumenti di prezzo particolarmente visibili, accentuando la percezione di un'inflazione elevata. Studi come quello di Mostacci e Sabbatini (2003) e di Giovane e Sabbatini (2008) confermano che l'effetto dell'introduzione dell'euro sulla percezione dell'inflazione è stato amplificato dalla sensibilità dei consumatori ai beni essenziali, nonostante i dati ufficiali mostrassero un aumento limitato dell'indice generale dei prezzi. Link: https://rosa.uniroma1.it/rosa04/moneta_e_credito/article/view/10358.
Inflazione e costi del welfare
L'inflazione in Italia ha un impatto considerevole sul benessere economico delle famiglie, con effetti più severi per le fasce più vulnerabili della popolazione. Le famiglie meno abbienti risentono maggiormente degli aumenti di prezzo per beni di prima necessità, come gas, energia e alimenti, i cui rincari riducono il loro potere d'acquisto in modo sproporzionato rispetto a famiglie con maggiori risorse economiche. Questo impatto negativo sui consumi di base ha conseguenze significative sul benessere complessivo, aumentando il divario socio-economico e la difficoltà di accesso a servizi essenziali. La ricerca di Cepparulo et al. (2012) evidenzia come le famiglie italiane, in particolare quelle più povere e numerose, siano state particolarmente penalizzate dai rincari, con ripercussioni dirette sulla loro capacità di sostenere spese necessarie e mantenere il proprio tenore di vita. Link: https://iris.uniroma1.it/handle/11573/494206
Target di inflazione
Il dibattito accademico sulla necessità di un target di inflazione positivo nell'area euro ha suggerito che un livello di inflazione compreso tra lo 0,8% e l'1,0% possa essere appropriato per l'Italia. Tale target è ritenuto utile per minimizzare le distorsioni nei prezzi relativi tra i diversi settori economici, garantendo al contempo un livello di crescita economica sostenibile. Gli studi di Adam et al. (2021) sostengono che un target di inflazione superiore allo zero sia essenziale per mantenere una stabilità economica, poiché un'inflazione troppo bassa può innescare fenomeni di deflazione, frenando consumi e investimenti. Nel contesto italiano, mantenere un'inflazione positiva aiuta a bilanciare l'economia, evitando che i prezzi dei beni più sensibili e di uso comune diventino eccessivamente volatili. Link: https://www.bancaditalia.it/compiti/polmon-garanzie/esito-riesame-strategia-pol-mon/2021_12_07_Price_stability_objective_ITA.pdf
Variabilità dei prezzi relativi
Durante gli anni '70 e '80, la correlazione tra inflazione e variabilità dei prezzi relativi è diventata più pronunciata, con i cambiamenti dei prezzi petroliferi che hanno avuto un impatto diretto e sostanziale sull'inflazione. Quando il prezzo del petrolio saliva, aumentavano anche i costi per la produzione e il trasporto, portando a rincari in vari settori. Il lavoro di Pagano (1985) dimostra come questa correlazione non sia stata causata da cambiamenti nella domanda aggregata, ma piuttosto dalle fluttuazioni nei prezzi delle risorse naturali e dalle variazioni nei tassi di cambio. Tale variabilità, alimentata da questi costi esterni, ha influenzato sia la percezione dell'inflazione che le aspettative economiche di lungo termine, rendendo l'inflazione italiana vulnerabile ai fattori internazionali. Link: https://www.jstor.org/stable/23247251
Effetti della banca centrale e della politica monetaria
Nel periodo 1970-1992, l’Italia ha sperimentato una fase di instabilità inflazionistica, fortemente influenzata dall'autonomia limitata della Banca d'Italia e dalla volatilità del tasso di cambio della lira. L'assenza di un sistema monetario stabile e credibile ha portato a forti oscillazioni nell'inflazione, in parte causate dai meccanismi di cambio e in parte influenzate dalla politica monetaria di paesi come la Germania. Gli studi di Tullio e Ronci (1997) indicano come, con il riallineamento dei tassi di cambio e il rafforzamento della credibilità dell'ERM (European Exchange Rate Mechanism), l’inflazione italiana abbia iniziato a stabilizzarsi, pur essendo fortemente influenzata da shock esterni e dal ciclo di politica monetaria europeo. Limk: http://giuseppetullio.com/
Conclusione
Questi studi mostrano che l'andamento dell'inflazione in Italia è complesso e influenzato da una molteplicità di fattori, tra cui cambiamenti strutturali, politiche economiche, pressioni internazionali e percezioni pubbliche. La gestione dell'inflazione richiede quindi una comprensione profonda delle dinamiche sia interne che esterne, insieme a politiche economiche mirate per garantire stabilità e sostenibilità economica.
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