sabato, giugno 30, 2012

Quanto è successo a Bruxelles



In questi giorni si è assistito ad una grande euroforia sui mercati finanziari di tutto il continente questo grazie alle decisioni che sono scaturite dal Consiglio europeo di Bruxelles del 28-29 giugno 2012. Il nuovo asse Roma-Parigi-Madrid ha prodotto i seguenti effetti:

1 - SCUDO ANTI-SPREAD I fondi europei Efsf ed Esm potranno essere utilizzati in modo più flessibile per acquistare titoli pubblici sul mercato primario e secondario, senza condizioni aggiuntive per il Paese coinvolto. L'argomento non era all'ordine del giorno ma vi è entrato grazie all'iniziativa del governo Italiano. Il concetto è semplice: un Paese che fa i "compiti a casa", che si impegna con sacrificio deve essere tolto dalla speculazione internazionale e bonificato dall'effetto contagio (chiaramente ogni riferimento all'Italia è puramente casuale). Il fondo salvastati che sarà sostituito dal ESM (meccanismo europeo di stabilità) verà quindi utilizzato per acquisti sui mercati al fine di ridurre lo spread. L'intervento del EFSF-ESM è subordinato ad una richiesta ufficiale sotto il controllo della commissione europea e del FMI. Il fondo interverrà sul mercato attraverso la BCE e la Banca Centrale del paese coinvolto. Il paese attraverso la Banca Centrale decide quantità dei titoli e la BCE procede ad acquistare fisicamente i titoli. L'ESM dispone a regime di 500 MLD di Euro. Ma alla luce degli interventi in Spagna (100MLD Banche Spagnole) si pensa ad una integrazione. L'Italia e la Francia avevano proposto di equiparalo ad una Banca che si finanzia presso la BCE, questo  consentirebbe all'ESM una liquidità illimitata... La Germania, come al solito "nicchia", adducendo che violerebbe la regola di non utilizzo della BCE come ente finanziatore degli stati.

2 - UNIONE BANCARIA La sorveglianza bancaria passerà alla Bce. Il fondo di stabilità finanziaria Esm potrà ricapitalizzare direttamente le banche, in base a una serie di condizioni. Angela Merkel riferendo quanto deciso a Bruxelles, conferma che il meccanismo di vigilanza unico dovrebbe essere pronto entro la fine del 2012. E il presidente della Bce, Mario Draghi, ha spiegato che «la Commissione europea presenterà una proposta per la creazione di un meccanismo di vigilanza unico entro il quale la Bce assumerà il ruolo di supervisore per l'Eurozona». Il problema dell'Unione Europea, traspare proprio dai contrasti che si creano nel prendere le decisioni si pensi che Italia, Francia e Germania (che poi l'hanno avuta vinta), hanno dovuto lottare contro le resistenze della Gran Bretagna, che voleva lasciare questa autorità all'EBA (che guarda caso ha seda a Londra). Un unico sistema di controllo dovrebbe evitare casi come le banche Irlandesi e Bankia (spagnola).

3 - UNIONE ECONOMICA Entro l'anno il presidente del Consiglio Ue, Van Rompuy, presenterà una road map per rafforzare l'integrazione economica tra i Paesi membri e creare una unione di bilancio. Questa road map si svilupperebbe comunque tramite due momenti chiave uno in autunno ed uno a fine anno. Quattro sono i pilastri previsti nel rapporto, condiviso con Barroso, Junker e Draghi: un quadro finanziario integrato da realizzare tramite l'unione bancaria; un quadro di bilancio integrato; il coordinamento delle politiche economiche; il rafforzamento della trasparenza nei processi decisionali. Mentre l'unione bancaria sembra cosa fatta, il punto due desta maggiori preoccupazioni. La Germania a riguardo chiede come rassicurazione la cessione di sovranità nazionale in campo finanziario da parte degli Stati dell'Unione verso l'Europa, con l'ipotesi della nascita di un Ministro del tesoro Europeo. In questo modo sarebbe lanciata la possibilità della nascita degli Eurobond o Eurobill che siano.

4 - PACCHETTO CRESCITA Il piano da 120 miliardi si basa su una ricapitalizzazione della Bei, nuovi project bond, un riorientamento dei fondi strutturali e un uso più efficiente del bilancio comunitario. L'obiettivo è il rilancio della economia. Il risultato raggiunto al vertice europeo è quello di aumentare di 10 miliardi il capitale versato della Bei, «allo scopo di aumentarne la base di capitale e di accrescerne la capacità totale di prestito di 60 miliardi, liberando in tal modo fino a 180 miliardi di investimenti supplementari, ripartiti in tutta l'Unione europea, compresi i Paesi più vulnerabili». Tale decisione dovrà essere adottata dal consiglio dei governatori della Bei affinché entri in vigore entro il 31 dicembre 2012. I fondi strutturali Ue entrano nella strategia di rilancio del continente. Si tratta di strumenti di intervento già esistenti, creati e gestiti dall'Unione Europea per finanziare vari progetti di sviluppo all'interno dell'Ue. Parte delle dotazioni verranno utilizzate, tra l'altro, a fianco della Bei per finanziare nuove infrastrutture; a disposizione ci sono 55 miliardi.

Il vero test sara' l'apertura dei mercati di lunedi', ma per ora il piano e' stato accolto 'a caldo' molto positivamente: le Borse hanno chiuso in forte aumento e gli spread sono calati. I dettagli sono ancora tutti da definire, ma entro il 9 luglio le decisioni dovranno diventare operative. Angela Merkel si lamenta comunque della poca rigidità dei controlli, aveva richiesto l'intervento della Troika UE-BCE-FMI sui paesi in difficoltà. Intervento osteggiato da Mario Monti che dichiara anche il bilancio italiano positivo: ''E' un risultato veramente importante per l'Europa, abbiamo fatto passi in avanti su linee condivise dall'Italia''. Barack Obama accoglie i progressi fatti e incoraggia i leader europei ad andare avanti. Le decisioni prese sono ''i primi passi di un processo che deve prevederne altri in futuro'', insiste la Casa Bianca. L'asse tra Italia e Spagna e' stato sostenuto pienamente dal presidente francese François Hollande, questo ha costretto la Merkel a cedere su quasi tutti i fronti. Resta il no per il momento agli EUROBOND, ma si va velocemente verso la Tobin Tax.

Fonte: Il sole24ore

martedì, giugno 26, 2012

EUROBOND NO DELLA MERKEL

Veto di Angela Merkel, agli Eurobond. In una riunione a porte chiuse con i parlamentari del partito liberale a Berlino la Cancelliera, avrebbe detto con decisione che «fino a che è in vita» non ci sarà alcuna condivisione del debito sovrano in Europa. La cancelliera ha anche espresso poca fiducia nel piano di riforme presentato da Herman Van Rompuy. Per la Merkel  il documento formulerebbe una troppo rapida condivisione delle responsabilità sui debiti pubblici. Vi sarebbe tuttavia un apertura di Berlino sull'ipotesi di utilizzare il fondo salva-Stati europeo - come proposto dall'Italia - per un meccanismo di stabilizzazione degli spread a favore dei paesi più virtuosi.

Mario Monti: sceglie la linea dura con Berlino: entro lunedì, quando riapriranno i mercati, l'Europa deve dotarsi di un meccanismo anti-spread o l'euro crolla (si dice pronto a trattare ad oltranza). A Bruxelles Monti proporrà che il fondo europeo salva-stati intervenga per ridurre lo spread dei titoli dei paesi virtuosi, idea sulla quale il ministro tedesco delle Finanze Schauble ha manifestato (come indicato sopra) ieri una cauta apertura.
Rajoy Mariano: La Spagna non potrà continuare "a finanziarsi sul lungo periodo" ai tassi attuali, visto il livello dello spread tra i bund e i titoli spagnoli: "è molto difficile finanziarsi oggi e sarà ancora peggio se non inviamo un chiaro segnale, che prendiamo sul serio il risanamento delle finanze pubbliche e la riduzione del deficit" questo quanto comunciato da Rajoy.
Francois Hollande: Oggi si incontra con Angela Merkel, alla quale dichiarerà la sua intenzione di cedere nei confronti dell'Europa parte della sovranità nazionale sui bilanci...anche se la cancelliera frena su tutto.
Herman van Rompuy: le proposte presentate dal presidente del Consiglio, muovono verso una prospettiva federalista della Ue. In 7 pagine si propone un tabella di marcia verso "un'effettiva unione monetaria ed economica" basata su quattro "mattoni" (integrazione finanziaria, di bilancio, economica e democratica) e si rompono alcuni tabù decennali. Secondo i quattro presidenti, sono necessari "passi adeguati verso una comune emissione di debito" (attraverso gli Eurobill o un fondo di riscatto) e una cessione di sovranità sui bilanci nazionali, fino a prefigurare un 'super ministero' del Tesoro della zona euro in grado, se necessario, di 'riscrivere' le finanziarie dei singoli Paesi. "Le politiche nazionali non possono essere decise in isolamento se i loro effetti si propagano rapidamente nell'insieme dell'area euro", motivano van Rompuy, Draghi, Barroso e Juncker. In particolare, gli obiettivi "per l'equilibrio di bilancio e il livello del debito sovrano dovranno essere concordati insieme" e un loro sforamento potrà essere possibile "solo previa autorizzazione". E' una scommessa contro il tempo ("restano tre mesi per agire", secondo il Fondo monetario internazionale), contro i mercati, anche oggi nervosi, con lo spread volato a 465 punti base, e contro l'impasse politica creata dalla dicotomia tra austerità e solidarietà.
Il "rischio sfascio": il settimanale tedesco Der Spiegel Titola "Euro a Rischio" sotto il titolo "uno sguardo sull'abisso". In un rapporto pubblicato sulla rivista il Ministro delle Finanze tedesco sostiene il possibile tracollo dell'economia tedesca in caso di sfaldamento dell'area Euro (si stima un -10%). Non solo in base alle stime elaborate da Bloomberg il numero dei disoccupati crescerebbe fino a superare i 5 milioni. A maggio secondo le stime della agenzia federale i senza lavoro tedeschi ammontavano a 2 milioni e 870 mila. Alla fine la Merkel dovrà probabilmente ingoiare "LA PILLOLA AMARA", il salvataggio dell'Euro infatti diventa più passa il tempo il male minore. Anche se la smentita sulla speculazione del rapporto è arrivata immediatamente dal portavoce del Ministro, molti in Germania cominciano a vedere un ostacolo la rigidità della Merkel.
Fonti: Corriere della sera, Ansa, Bloomberg, Der Spiegel.

domenica, giugno 17, 2012

Euro, Berlino ed il rischio totale.

Atene:  I greci votano dalle 7 di stamane nelle elezioni politiche piu' importanti della loro storia recente, un voto dal quale si dovrebbe capire il futuro di Atene dentro o fuori l'Eurozona, ma anche quelle dell'intera economia europea. 
Germania: Ammonta a 1.500 miliardi il rischio finanziario per la Germania in caso di disintegrazione dell'eurozona. E' la stima dell'istituto tedesco IfW, basata sui calcoli di sei tra i piu' importanti think tank del Paese e riportata oggi dallo Spiegel. La somma piu' ingente, pari a 700 miliardi di euro, e' in capo alla Bundesbank. Secondo il giornale, la banca centrale tedesca ha crediti commerciali all'interno dell'Eurosistema della Bce che sarebbe in grado di garantire solo in parte. Anche se ieri nel vertice congiunto, la Cancelliera ha ancora una volta detto no all'ipotesi degli euro-bond. "Il pericolo insito nelle proposte di una rapida mutualizzazione del debito è di nascondere le differenze di livello economico livellando i tassi di interesse. Chi non vuol vedere questa realtà, fa la scelta della mediocrità, e la mediocrità non può diventare il criterio della zona euro". La Merkel ha anche denunciato "la mancanza di fiducia" tra i leader europei e ha rivelato che, al momento di approvare il "fiscal compact", lei sarebbe "andata anche oltre, sono stati gli altri partner che non lo hanno voluto".
Spagna: Alcuni Paesi europei, compresa la Spagna, hanno bisogno di un'iniezione di liquidita' da parte della Bce. Lo ha detto il viceministro spagnolo per gli Affari europei, Inigo Mendez de Vigo, in un'intervista a ABC.L'ultima analisi del governo sull'industria bancaria iberica, che ha rivisto al rialzo le previsioni sulle perdite degli istituti, potrebbe non essere stata sufficientemente accurata, ha aggiunto, perche' molte banche non sono state in grado di fornire stime aggiornate.
Italia:  "L'Italia si è spostata dall'orlo del precipizio, ma il cratere si è allargato e ora siamo di nuovo in crisi". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti che oggi a Milano ha inaugurato Vodafone village, il nuovo quartier generale di Vodafone Italia: un investimento da 300 milioni di euro per un complesso di 67mila metri quadrati che è diventato la più grande operazione di real estate del gruppo Vodafone nel mondo. "Il Governo è entrato nella fase due e adesso coltiva la crescita - ha detto il premier -. La crescita è un fenomeno che richiede molto molto tempo, non voglio dare illusioni, nè togliere speranze". Secondo Monti, inoltre, la decisione, annunciata ieri, di vendere parte del patrimonio pubblico non è stata presa subito "perchè sarebbe stato un messaggio sbagliato al mercato e alla comunità internazionale. Prima bisognava mutare durevolmente i flussi correnti".
Bruxelles: I capi di governo di Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna si sono consultati ieri in teleconferenza con il "quartetto" composto dai presidenti di Commissione, Consiglio, Banca centrale ed Eurogruppo in vista del vertice del G20 che si terrà lunedì in Messico, all'indomani del voto cruciale in Grecia.
USA: Dall'America arrivano nuovi ultimatum rivolti ai leader europei ad "agire insieme con impegni precisi perché nessuno può risolvere i problemi da solo". Lo ha detto il sottosegretario al Tesoro americano Lael Brainard, specificando che "gli Stati Uniti sono pronti ad ogni emergenza che potrebbe arrivare dall'Europa dopo il voto della Grecia".
BCE: Draghi ha detto ieri che "la Bce continuerà a immettere liquidità" per le banche. Mario Draghi, insiste sulla necessità di dare alla zona euro "nuove fondamenta rafforzate in materia finanziaria, di bilancio, e delle politiche strutturali", e preannuncia che "molto presto" il "quartetto"  presenterà le sue proposte. Stesso tono anche dal commissario europeo agli affari economici, Olli Rehn, secondo cui è urgente "tracciare una mappa della direzione e dei passi da intraprendere verso una piena unione economica per completare la nostra unione monetaria, anche attraverso un'unione finanziaria".
Resto del Mondo: Le elezioni in Grecia allarmano anche la Corea del Sud. ''Siamo in stato di massima allerta. Staremo a stretto contatto con le altre autorita' per ogni azione rapida che dovesse servire nel caso in cui i mercati risentissero del risultato del voto greco'', spiega il Ministero delle Finanze in una nota, sottolineando che verra' comunque convocato un meeting di emergenza nella prima mattinata di lunedi' per valutare l'esito del voto e discutere misure per la stabilizzazione dei mercati. A dire il vero prendono sempre più corpo le voci su un piano di intervento congiunto di tutte le principali banche centrali del pianeta per far fronte ad un eventuale attacco di panico che dovesse seguire la vittoria della sinistra radicale in Grecia, prodromo ad una uscita del Paese dall'euro. L'obiettivo è quello di evitare una reazione a catena che da Atene si trasmetta alla Spagna, all'Italia e magari ad altre economie extra-europee con una fuga generalizzata degli investimenti. 
FMI: Ieri intanto il Fondo monetario internazionale, che non partecipa al prestito per il salvataggio delle banche spagnole, ha reso noto il suo rapporto sulla situazione economica del Paese. Secondo Il Fmi Madrid quest'anno non riuscirà a raggiungere l'obiettivo di ridurre il deficit al 5,3% a causa delle recessione economica. L'Italia, invece, secondo il Fondo non è più "sorvegliata speciale", ma rischia di essere "la prossima vittima del contagio". Anche questo sarà uno dei temi in agenda al G20.
Borse: Il mercato punta forte sulle banche centrali che secondo diverse indiscrezioni sarebbero pronte a intervenire in vista del voto di domenica in Grecia. Lo rivelano fonti del G20, secondo le quali le banche centrali sono pronte ad assumere azioni coordinate e a iniettare liquidità per stabilizzare i mercati, nel caso in cui il voto in Grecia dovesse creare turbolenze. Nel frattempo la Banca centrale del Giappone ha deciso di mantenere i tassi  tra lo 0 e lo 0,1%. A spingere i mercati anche le parole del presidente della Bce, che assicura nuovi interventi a sostegno delle banche. Lo spread, il differenziale di rendimento tra Btp decennali e gli omologhi bund tedeschi, è in calo a quota 448 punti base, ma i titoli italiani sono scambiati ancora con un tasso al 5,89%. In rialzo il rendimento dei bond tedeschi, vicini a quota 1,5%. Ancora a quota 6,8% i bonos spagnoli. La Banca centrale spagnola, intanto, rende noto che il debito pubblico è salito al 72,1% del Pil nel primo trimestre dal 63,6% dello stesso periodo di un anno fa. Il governo si aspetta che il debito della Spagna raggiunga il 79,8% del Pil a fine anno, una cifra che non tiene ancora conto dei 100 miliardi di euro di prestiti che l'Europa è pronta ad accordare al sistema bancario. E il Fmi lancia un nuovo allarme: "Probabile che Madrid non riesca a rispettare gli obiettivi di bilancio per il 2012". E ancora: "L'economia spagnola ha delle prospettive molto difficili ma ha anche le potenzialità per riprendersi". Nell'Eurozona, invece, cala l'occupazione: nel primo trimestre Eurostat ha rilevato un calo degli occupati dello 0,2% e dello 0,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. La perdita di posti di lavoro colpisce soprattutto il settore costruzioni (-1,3% nella zona euro e -0,8% nella Ue-27) mentre l'aumento maggiore riguarda l'informazione e la comunicazione (rispettivamente +1,0% e +1,3%).
Fonti: Ansa, Bloomberg, Repubblica, Il sole 24ore