giovedì, novembre 17, 2016

Investire in Titoli High Yield

Le obbligazioni HY hanno importanti caratteristiche in termini di: volatilità, rendimento a scadenza, rischio default e recupero dal default. 
Il mercato  delle obbligazioni HY a visto un importante afflusso di capitali, in quanto i rendimenti dei titoli governativi sono precipitati in territorio negativo.
Durante la fase di acquisto di fondi o Etf high yield si tende a gettare l’occhio sul rendimento a scadenza (YTM) del prodotto, senza tener conto del tasso medio di default, ovvero quante società HY falliscono in un anno.

Se acquisto un fondo che investe in un settore di obbligazioni corporate con rendimenti a scadenza del 5% e quel settore ha un tasso medio di default del 5%, si può incorrere nel rischio che l'attesa venga vanificata dal default dei titoli.
Fatta la prime ipotesi di fallimento del titolo con valore che precipita a zero, possiamo introdurre una seconda ipotesi, quella che normalmente i titoli non scendono a zero in caso di default. Infatti il titolo avrà un valore che dipende dal recupero in fase di ristrutturazione del debito della società fallita.
Se il tasso di recupero fosse facciamo un esempio del 30% allora vorrebbe dire che della perdita di default del 5% se ne recupererebbe circa  un 1,5%, salvando cosi il risultato a scadenza. 
La percentuale media del tasso di recupero si è assestata nel 2015 al 33%. Il dato in discesa negli ultimi anni è preoccupante se confrontato con il 2001 ed il 2008. Segno anche di un eccessivo deterioramento delle finanze aziendali.
bond
Se possiamo tirare le conclusioni in questo settore speculative grade, il tasso di rendimento a scadenza è veramente un fattore puramente teorico per l'investimento. Questa analisi semplice può essere utile per capire come mai quando facciamo un investimento in un settore del genere in fondi, può capitare di non avere un ritorno sperato.
Saluti EB

giovedì, settembre 22, 2016

Il Market Timing "la pietra filosofale dell'investitore"

Il Market Timing "la pietra filosofale dell'investitore"


Il Market timing è la pietra filosofale di tutti gli investitori. Tutti quelli che hanno fatto investimenti nel tentativo di realizzare profitti facili, hanno pensato almeno una volta a quei film americani dove si compra quando il mercato scende e si vende quando il mercato sale (una poltrona per due al primo posto). Questa che dal punto di vista tecnico si chiama "overconfidence", unita alla scarsa cultura finanziaria può produrre diversi danni.
Vediamo alcuni studi al riguardo per comprendere meglio il fenomeno.
Il Market timing è stato oggetto di studio da parte di R. Bernstein che ha dimostrato attraverso una analisi sui dati di investitori americani dal 1993 al 2013, che il ritorno dagli investimenti medi è stato superiore solo ad alcuni indici asiatici e inferiore al T-Bill.
Da questa analisi emerge il principale fattore che influenza il risultato finale di un investimento,  che è il comportamento tenuto dal investitore durante il tempo di sviluppo della operazione finanziaria.
Tentare di cogliere il momento migliore può essere considerato un esercizio puramente teorico (tale modalità è stata analizzata in un articolo di Business Insider).
In un interessante studio di JpMorgan si dimostra cosa sarebbe successo ad un investitore che avesse investito in un mercato azionario USA togliendo i 10, 20, 30, 40, 50, 60 giorni migliori nel periodo 1993-2013.
Questi i risultati:
Senza interruzione il rendimento sarebbe stato del 9,2% annuo;
Togliendo i 10 giorni migliori il 5,49% annuo;
Togliendo i 20 giorni migliori si scende al 3.02% annuo;
Togliendo i 60 giorni migliori si va addiriuttura in terreno negativo al -4.39%.
Detto questo un errore di valutazione tra entrare ed uscire può portare a modificare di molto la prestazione di un investimento nel tempo.



Gerard Minack sempre nel solito articolo analizza l'indice Nasdaq dal 1997 al 2007 e lo confronta con lo stesso indice, questa volta pesato per i flussi degli investitori. Flussi in entrate ed uscita dall'investimento.
market timing2
Dalla analisi è facile comprendere  che i risparmiatori diventano mediamente più aggressivi quando il mercato è in prossimità dei picchi e più prudenti quando lo stesso è vicino ad un minimo.
Si confermerebbe cosi lo studio di JPmorgan ipotizzando che un Buy and Hold sia la strategia più premiante nel lungo termine.
Sul mercato tuttavia si trova spesso chi si da da fare a spiegare la capacità del controllo della volatilità attraverso la gestione del Market Timing. Il problema è che nella maggior parte delle volte proprio per quanto dimostrato dai grafici sopra rimangono solo intenzioni e belle parole. La volatilità è determinata di volta in volta da fattori diversi e la psicologia dell'investitore è fragile e piena di certezze comportamentali come ampiamente studiato da Daniel Khaneman e questo porta spesso l'investitore a comportamenti non premianti nel tempo.
La soluzione è quella di "fregarsene" del Market Timing, ma di seguire il programma di investimento senza essere influenzati dal rumore di fondo. Alla fine entrare e uscire fa guadagnare solo il sistema sia in commissioni, sia in valorizzazione degli investimenti.
La domanda che l'investitore si deve porre è in realtà questa: quanta volatilità sono in grado di accettare? secondo quanto mi rispondo, stabilisco una strategia e cerco di portarla avanti nel tempo, con serietà e rispetto dei principi iniziali sui quali abbiamo fondato l'investimento.

venerdì, aprile 08, 2016

Andamento Mercati


Mario Draghi ha iniziato l'anno facendo capire bene quali fossero le sue intenzioni. Tanto tuonò che alla fine piovve. Il governatore della BCE ha quindi deciso da dar corso a quanto promesso, con quanto sotto:

1) Tassi di interesse portati a zero;
2) Aumento della Base monetaria;
3) Allungamento del Quantitative Easing;
4) Il tasso sui depositi portato a -0.4%


La Banca centrale europea si è resa disponibile a prestare denaro a tassi di interessi negativi, per quelle banche che investiranno tali cifre nella economia reale. Da questa operazione ne beneficeranno sia le Banche che le aziende.
Questo è un incentivo che aiuterà la politica monetaria europea ad essere più efficace.

Situazione dei Mercati

Mercato Azionario:

Il mercato azionario ha manifestato in quel momento tutte le sue caratteristiche: Incertezza e volatilità. E come risultato ha prodotto incapacità da parte dell'investitore di comprendere cosa stava accadendo. Il giorno della comunicazione il mercato è letteralmente impazzito, prima è salito del 4% poi, a causa di una comunicazione della Germania, è tornato a scendere. Per poi tornare a salire in modo vertiginoso il giorno successivo. In termini tecnici è aumentata in quel momento la volatilità. 

Investire nel mercato azionario (investire in senso generale) dovrebbe essere un pò come osservare la vernice che si asciuga su una parete o l'erba che cresce in un prato, diceva Paul Samuelson, invece di ricercare emozioni. La discriminante tra guadagnare e perdere sta proprio qui, l'emozione condiziona la ragione e se l'investimento non è supportato da una buona e corretta strategia rischia di naufragare.

Mercato Obbligazionario:

L'andamento dei prezzi dei Bond governativi ormai ha raggiunto dei livelli che da punto di vista storico non hanno precedenti.


L'andamento del decennale Usa rappresentato nel grafico sopra, ci indica che siamo arrivati sui minimi secolari. 


Sempre sulle obbligazioni governative, si può riscontrare come un rendimento negativa esista in molti paesi, su diverse scadenze. Questo rende l'obbligazione, un prodotto che non può essere più considerato il "veicolo sicuro" per trasferire il risparmio nel tempo. I rendimenti elevati, secondo il principio della finanza, li possiamo trovare solo dove ci sono rischi elevati. In quel campo di battaglia dove sono presenti numerosi titoli high yield corporate, si combatte solo con le conoscenze, informazioni, competenze e diversificazione.

giovedì, marzo 10, 2016

BCE Taglia i tassi allo 0,0%

 

Draghi in un intervista fa riferimento a cosa sarebbe successo se non avessero mai fatto niente a riguardo. Draghi dice: "se avessimo incrociato le braccia dicendo nein zu allen, no a qualsiasi cosa, ci ritroveremmo con una disastrosa deflazione".
Tasso ufficiale di riferimento: Draghi ha portato il tasso di riferimento al minimo storico, lo 0,0% dal precedente 0,05%.
Tassi sui depositi: I tassi sui depositi sono stati ridotti a -0.40% dal precedente -0,30%.
Tasso di  marginale: quello di rifinanziamento marginale allo 0,25%. Il tasso di rifinanziamento marginale è stato ridotto di 0,05%, rispetto al precedente 0.40%.
Quantitative Easing: Contemporaneamente Draghi ha promosso l'acquisto di 80 Miliardi di euro di Bond (aumentato rispetto i 60 Miliardi precedenti). Adesso si parla di acquisto anche di obbligazioni corporate.
T-LTRO: Sono state inoltre introdotte quattro nuove aste T-Ltro della durata quadriennale a partire da giugno. Lo scopo in questo ultimo caso è quello di arrivare alla economia reale attraverso tassi bassi. La BCE presterà liquidità illimitata agli istituti che fanno credito all'economia. La BCE pagherà un tasso di interesse tanto più negativo, quanto più faranno credito.
Si pensa di rinforzare la ripresa attraverso lo stimolo dei crediti e di conseguenza lo stimolo di consumi ed investimenti durevoli favoriti dai tassi bassi. Draghi fa anche riferimento che i tassi potrebbero rimanere bassi per lungo tempo.
La vendetta della germania non è tardata, infatti  Francoforte ha comunicato di aver tagliato le stime sulla inflazione 2016. E le borse sono cadute in territorio negative dopo un interessante rally. 

sabato, febbraio 20, 2016

Tra Rischio e Rendimento



Le frustrazioni degli investitori derivano dalla mancata conoscenza e comprensione dei rischi finanziari, occorre notare che c'è una divergenza sul significato che si può dare al concetto di rischio:i tecnici si riferiscono a qualcosa di specifico che sfugge alla comprensione dell'uomo comune, il non addetto ai lavori individua nel concetto di rischio, solo come perdita generica.

Partiamo da cosa intende la finanza per Rischio:

Genericamente in finanza per rischio si intende la probabilità di ottenere un rendimento diverso da quello atteso (in senso positivo o negativo e già qui si nota una differenza importante dal concetto di rischi espresso dal senso comune).

Analiziamo alcuni aspetti di rischio:

Il rischio specifico:

Il Rischio specifico è quella tipologia di rischio che si corre quando il risultato dell'investimento è legato a pochi strumenti finanziari o un singolo strumento finanziario. Se io investo il 50% del mio portafoglio su di un titolo e l'altro 50%  su un altro titolo, allora il risultato del mio investimento è legato alla sorte di questi due titoli, ed alla sorte di due soli emittenti. Il rischio incontrollabile a cui mi espongo è dovuto anche alle asimmetrie informative e/o sistematica mancanza di informazioni che ha il sottoinsieme degli investitori rispetto all'insieme del mercato. Il rischio in questo caso è la possibilità concreta di perdere tutto l'investimento. Il caso Banca Etruria ne è un esempio, se metto tutto il patrimonio su un unico titolo e la banca fallisce non ho possibilità di recupero.

Il rischio sistematico:

Se invece acquistiamo molti titoli, di molti emittenti, di diversi paesi etcc... Il concetto di rischio cambia, non è più un rischio tipo: "perdo tutto". Ma il rischio diventa la "normale oscillazione del mercato" nel quale si sta investendo. Questo è un rischio sistematico, il rischio normale di sistema, un rischio che non è ulteriormente diversificabile, ma che si può eliminare con il normale decorso del tempo.
L'eliminazione del rischio specifico passa attraverso l'acquisto di: Indici, fondi, etf.
Il rischio in generale è calcolabile statisticamente in termini di "deviazione standard" detta anche volatilità. La deviazione standard misura la variazione dell'indice rispetto al rendimento medio dello stesso. Cosi una deviazione standard del 5% indicherà oscillazioni del 5 per cento in più o in meno rispetto al rendimento medio nel 68% dei casi.

Il rischio del gestore:

Abbiamo visto come aumentare il numero dei titoli riduce il rischio specifico a favore del rischio sistematico. Acquistare un fondo ci può aiutare. In questo caso però si generano due nuovi tipi di rischi. I fondi possono essere a replica passiva di un indice o a gestione attiva (cioè tentanto di battere un indice di riferimento). In tutte e due i casi abbiamo il rischio di gestione.
Nei fondi a gestione passiva il rischio di gestione si palesa dal momento che: il fondo replica l'indice di riferimento ad esempio obbligazionario e quel particolare tipo di obbligazionario va in crisi. In questo caso la fedele replica dell'indice mentre dal lato riduce il rischio specifico a sistematico, dall'altro espone l'investitore al mancato intervento che non consente di eliminare comunque il rischio collegato all'indice di riferimento.
Nei fondi a gestione attiva, la capacità del gestore consente di ottenere risultati superiori all'indice, in questo caso tuttavia ci si espone al rischio di incapacità dello stesso. E dato che il mercato è un gioco a somma zero, sicuramente a fronte di un gestore capace di estrarre valore ne troveremo un altro incapace di generare valore negativo.

Rischio di "market timing":

Il rischio in questione è un tipo di rischio "subdolo", in quanto non ha termini di paragone. Nei 16 anni precedenti il 2000, il rendimento medio dei fondi azionari distribuiti in America è stato del 14% annuo. Il rendimento medio degli americani che hanno investito negli stessi fondi è stato del 5,3%.
Questa differenza è dovuta al comportamento degli investitori: al momento di entrata ed uscita dai mercati, al rischio quindi di "market timing".
Il momento di entrata ed uscita dal mercato da parte dell'investitore finisce per limitare i guadagni nel tempo (che avrebbero potuto essere maggiori semplicemente stando fermi).
Una scelta sbagliata porta nel tempo a delle perdite irrecuperabili (dovute al tempo che ormai è trascorso e che non torna).
Quando si decide di fare un investimento in base ad una previsione, il vero risultato lo porta il mantenere la posizione pianificata (fermo restando una corretta pianificazione). Infatti una volta che abbiamo stabilito un investimento e cominciamo a modificare la scelta in funzione dell'andamento del mercato, ogni errore comporta l'obbligo di un rendimento doppio per recuperare il danno causato e se mettiamo insieme due tre scelte temporali sbagliate è facile intuire l'effetto sul risultato finale.
Un risparmiatore non deve mai fare operazioni sugli investimenti fatti in base a previsioni circa l'andamento del mercato. Le operazioni di acquisto e vendita devono essere guidate dalla esigenze finanziarie di risparmio ed obiettivi. E' provato che gli spostamenti per cercare di battere il mercato, producono nel tempo gravi perdite.

Rischio liquidità:

Per rientrare di quanto investito si può aspettare la naturale scadenza del contratto, ovvero vendere lo strumento sul mercato.
La vendita di uno strumento sul mercato tuttavia dipende dalla presenza di potenziali acquirenti. Se possediamo uno strumento finanziario che non viene scambiato molto frequentemente, ci si espone la rischio di non trovare la controparte. L'impossibilità di trovare una controparte con facilità viene compensata con la possibilità di vendere sottocosto il prodotto finanziario rispetto al valore "corretto" di mercato.
Questo rischio viene superato utilizzando strumenti con forti scambi giornalieri sul mercato.
Investire in obbligazioni non quotate della propria banca è invece un modo per esporsi a questo rischio.

Rischio valutario:

Il rischio valutario dipende dalle oscillazioni dei rapporti di cambio. Il cambio aumenta le variabili in gioco. Un investimento può salire, rimanere stabile o scendere. Vi sono quindi 1 probabilità su 3 di fare la scelta giusta. Se aggiungiamo anche la valuta allora si aggiungono altri 3 scenari (la valuta si apprezza, rimane stabile o si deprezza), di conseguenza abbiamo uno scenario di probabilità estremamente complesso. Difficilmente comprensibile o contenibile da un normale risparmiatore.

Da quanto visto possiamo capire come in tutto questo la mancanza di formazione, informazione ed infine consapevolezza da parte degli investitori, può causare delle distorsioni notevoli tra quello che sarebbe giusto fare e quello che è meglio non fare.

Buon investimenti a tutti.