domenica, dicembre 13, 2015

Obbligazioni Subordinate queste sconosciute



Negli ultimi giorni si parla molto di obbligazioni in particolare di obbligazioni subordinate. Era da diverso tempo che circolavano informazioni circa i rischi che correvano i potenziali acquirenti di questi titoli. Naturalmente si deve verificare un caso come quello della Banca Etruria per risvegliare l'interesse degli italiani in un settore dove ormai con il Bail-in non si può dormire sogni tranquilli.
La quantità in circolazione di questa struttura è circa 60 Miliardi di euro, per un totale di circa 360 emissioni. Cerchiamo proprio per questo di comprendere cosa sono le obbligazioni subordinate e come funzionano:

Le obbligazioni subordinate:

Le obbligazioni subordinate sono una particolare categoria di bond.
Il rimborso di queste obbligazioni in caso di procedura fallimentare dell'istituto bancario è "subordinato" a quello dei creditori ordinari (privilegiati o chirografari). In pratica l'acquirente di questo particolare tipo di obbligazioni è un creditore di basso livello.
Tale investimento fa assumere all'investitore un livello di rischio simile a quello che avrebbe in caso di acquisto di Azioni. Il creditore essendo "subordinato", di fatto partecipa al rischio di impresa, e questo lo espone al rischio di poter perdere il 100% del capitale in caso di dissesto della azienda di credito che emette il titolo.
Ancora peggio, non tutti sanno che le perdite possono verificarsi anche nel caso in cui l'istituto di credito si trovi in difficoltà operative.
Dal punto di vista tecnico i titoli andrebbero considerati in base al "rischio" e non in base al "rendimento". Infatti spesso capita che molti risparmiatori facciano fatica a distinguere questa tipologia da altre obbligazioni, utilizzando come metro di misura solo il rendimento e analizzando il rischio solo attraverso: credenze, convinzioni o peggio per sentito dire (dissonanza cognitiva).

In questo contesto le obbligazioni "subordinate":
  1. Vengono acquistate dai risparmiatori perché offrono un rendimento più alto (difficilmente viene letto il prospetto informativo: lungo, noioso e pieno di termini incomprensibili per un comune risparmiatore).
  2. Vengono collocate dalle aziende di credito poiché sono più economiche delle azioni, eppoi hanno quel bel nome commerciale Obbligazione, che porta tutti a pensare ad una cosa sicura. Se fossero chiamate genericamente Capitale di Rischio, probabilmente avrebbero un minore appeal.
Le obbligazioni subordinate di dividono in:

Obbligazioni subordinate TIER I

Questa tipologia di obbligazioni ha le seguenti caratteristiche: Il loro rimborso è subordinato a quello di tutti gli altri creditori obbligazionari. La cedola può essere cancellata (quindi non viene più pagata) per sempre nel caso in cui l'azienda sia in condizione di non pagare il dividendo. In caso di insolvenza il rischio è pari al 100% del capitale.

Obbligazioni subordinate UPPER TIER II

Queste obbligazioni hanno un ordine di rimborso privilegiato rispetto alle TIER I ma il loro rischio rimane comunque alto perchè rimangono subordinate rispetto a tutti gli altri titoli obbligazionari. Rispetto alle TIER I non prevedono una cancellazione della cedola (in caso di perdite della azienda di credito), ma solo la sospensione fino al primo esercizio in utile.

Obbligazioni subordinate LOWER TIER II

Hanno scadenze abbastanza lunghe e sono quelle maggiormente emesse. In questo caso le cedole vengono bloccate solo in caso di grave insolvenza. Il rimborso anticipato è subordinato al benestare della Banca d'Italia. La durata è maggiore di 5 anni o indeterminata (in questo caso viene comunicato il rimborso con un preavviso di 5 anni).

Obbligazioni subordinate TIER III

Hanno scadenza molto breve 2/4 anni, sono i meno rischiosi dei subordinati, ma i più rischiosi delle emissioni tradizionali.



RIPORTIAMO DUE CASI REALI PER MEGLIO COMPRENDERE (liberamente tratto dal fatto quotidiano, a cura di Carlo Foggia):

Le obbligazioni subordinate – titoli a rendimento elevato e per questo ad alto rischio – sono state azzerate come previsto dal meccanismo di “risoluzione” delle crisi bancarie previsto dalle nuove norme Ue.
Questi strumenti vengono sottoscritti firmando contratti con questi titoli: “IT0004931405 BPEL 28/06/13-28/0618 2,5% SUB”.
Per le norme italiane, il risparmiatore sa che SUB sta per SUBORDINATE. Alla firma viene richiesto di confermare di essere a conoscenza che “copia del prospetto di base e relative condizioni definitive possono essere richieste presso la sede di Banca Etruria spa in Arezzo”, ma anche sul sito.
Il prospetto informativo è come il libretto dei medicinali che avvisa dei possibili effetti collaterali. Solo che alcuni vengono aggiunti dopo, per obbligo della Consob, l’autorità che vigila sulla Borsa: questo è successo diverse volte a PopEtruria nel 2013.
  • Un risparmiatore ha firmato l’ordine d’acquisto dell’obbligazione di cui sopra il 4 giugno 2013.
  • Dieci giorni dopo, Consob approva un “supplemento al prospetto”, che contiene notizie molto più allarmanti sullo stato della banca. A quel punto il risparmiatore aveva 6 giorni di tempo per revocare l’ordine con una richiesta “da consegnare in filiale”, ma nessuno lo avvisa e di certo non inciampa per caso nel sito della Consob: ha perso 20 mila euro.
Con un’altra subordinata la storia è anche peggiore.
  • La IT0004966856 viene collocata a ottobre 2013.
  • Due mesi dopo, Consob approva il solito “supplemento”. Cosa aggiunge? Questa frase, ripetuta 7 volte: La “risoluzione”, ove “ne ricorrano i presupposti, può essere condizionata a una previa condivisione degli oneri anche da parte di coloro che hanno sottoscritto titoli di debito subordinato”. Tradotto dal burocratese: in caso di salvataggio si perde tutto.
  • Lo scrive due mesi dopo, il 23 dicembre. Da quel giorno il risparmiatore ha “due giorni di tempo”per imbattersi sul sito della Consob e tornare indietro (e considerando la data il 23 dicembre mi domando se le persone siano cosi attente a questi fatti).
Quindi occorre analizzare bene le obbligazioni acquistate in modo da comprendere bene il rapporto rischio rendimento. E diversificare sempre in ogni modo. Per ogni altro tipo di informazione sono a disposizione.

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