venerdì, febbraio 27, 2015

Obbligazioni con rendimento negativo

Obbligazioni con rendimento negativo:   


Le obbligazioni con rendimento negativo in europa raggiungono l'importo di circa 1.600 Mld di euro.



Il grafico sotto mostra sull'asse delle ascisse il tempo, mentre sulle ordinate il quantitativo di obbligazioni espresse in Miliardi di euro che presentano rendimenti negativi. Dall'andamento del grafico si può notare come negli ultimi mesi il numero delle obbligazioni con rendimento negativo è aumentato sensibilmente.
Cosa sta capitando? L'investitore è disposto ad avere alla scadenza la certezza di un capitale inferiore a quanto investito.
PERCHE SI COMPRANO TITOLI CON RENDIMENTO NEGATIVO:



La politica monetaria non convenzionale delle banche centrali e le manovre sulle valute hanno portato molto denaro sulle obbligazioni. Il risultato di tali piani è stato il crollo letterale dei rendimenti sovrani. Si calcola che una dozzina di governi ha oggi la fortuna di emettere complessivamente debito per 1.600 miliardi di dollari con rendimenti negativi (solo in europa contro i 4600 miliardi mondiali, solo il giappone ha emissioni per 2600 miliardi a rendimento negativo). In sostanza, è ora l'investitore che paga gli stati per acquistare i loro titoli del debito sovrano.

Le conseguenze quindi sono singolari: chi si indebita viene pagato e chi risparmia deve pagare. Per fare un esempio, per la prima volta nella storia del pianeta in Danimarca, si sono visti i primi mutui a tasso negativo.


Dal punto di vista tecnico si può notare che il corso delle obbligazioni in questione è salito molto sopra la pari (eccesso di domanda), ad un livello tale che il flusso cedolare non ripaga la differenza tra il prezzo di acquisto (oggi) ed il rimborso (effettuato alla pari) alla scadenza.

Il bund tedesco indicato sopra con scadenza 24 ottobre 2016 con cedola lorda del 1,25% presenta un corso di 102,402, questo vuol dire che investendo oggi 100000 a scadenza abbiamo circa 98748 euro, cedole comprese. 



La logica di chi investe in obbligazioni il cui rendimento è negativo risponde a due tipi di esigenze, non sempre contrapposte. Da un lato vi è l’intenzione di creare un portafoglio a prova di crisi, costruito sulle emissione considerate più sicure in assoluto. Dall’altro vi può essere l’obiettivo di guadagnare alcuni punti percentuali se lo scenario dell’economia globale o dell’euro si mettesse davvero al brutto o rimanesse stabile (guadagno solo dalla cedola, confidando in un corso stabile).

L'esigenza di Hedging non va in contrasto con la possibilità di rendimento. Il peggioramento delle condizioni Macroeconomiche, per esempio uscita della Grecia dall'Euro porterebbe un ulteriore guadagno stimato dagli analisti in 4-5 punti di rendimento.
E' anche vero che molto denaro sui titoli obbligazionari arriva da Investitori istituzionali che preferiscono acquistare titoli obbligazionari corti piuttosto che ridepositare le eccedenze presso la BCE al tasso negativo (-0,20%).
Il rischio insito in uno scenario opposto, economia stabile è di discesa dei corsi obbligazionari. Queste situazioni porterebbero a perdite in conto capitale consistenti a mano a mano che la durata delle obbligazioni si allunga.
Diverso è per i possessori di titoli in valuta, che hanno la possibilità di diluire questo effetto grazie al raporto di cambio.

domenica, febbraio 01, 2015

Euro Debole



L'europa ha dato una spinta (espansiva) alla Politica monetaria, attraverso il Quantitative Easing, mentre gli USA stanno attuando una progressiva ritirata degli stimoli alla economia da parte della Federal Reserve. Questo scenario ha come conseguenza  un rafforzamento del dollaro (per una parte già avvenuto) e l'indebolimento dell'euro.
La debolezza dell'euro sarebbe un toccasana per l'economia, in quanto fornirebbe ricchezza direttamente dalle esportazioni, visto che gli effetti della politica monetaria non si fanno sentire e la politica fiscale è (anche per volontà della Germania) fortemente restrittiva.
Il deprezzamento valutario, insieme all'accrescimento della massa monetaria possono aiutare decisamente l'economia garantendo il superamento della deflazione.
La crisi del 2008-2009 ha nei fatti d imostrato tutta la debolezza della unione europea. L'incapacità della BCE di spingersi negli anni successivi ad acquistare titoli (come invece effettuava la FED), non solo non ha permesso l'espansione della massa monetaria (M3), ma  ha limitato potere di acquisto e occupazione. Quanto appena detto va a "braccetto" con i programmi di "austerità" dei governi europei. Una politica restrittiva ha inciso fortemente sulla domanda aggregata, sia da parte del settore privati (si sono ridotti i consumi), sia da parte del settore pubblico (riduzione della spesa pubblica). Ultimo aspetto (che abbiamo analizzato all'inizio dell'articolo), la forza dell'euro che ha inciso sia sulle esportazioni (riducendole), sia sull'indotto del turismo.

Effetto Franco Svizzero

La Svizzera nel mese di gennaio ha eliminato il tasso di cambio fisso a 1,20 contro l'euro. Parallelamente si è assistito ad una riduzione del tasso di riferimento di 0,50, ciò a portato velocemente (2 ore) il cambio verso la parità (oggi è a 0,96).

Questo ha creato un immediata ondata di vendite sui titoli azionari elvetici.
La scelta di agganciare il franco svizzero all'euro era dettato prevalentemente dalla necessità del governo elvetico di contenere una sopravvalutazione del franco in momenti di incertezza economica come quelli passati dopo il 2008. Questo quadro si è cominciato a deteriorare quando l'euro ha cominciato a deprezzarsi nei confronti del dollari, con il cambio fisso anche il franco si sarebbe deprezzato.