sabato, febbraio 20, 2016

Tra Rischio e Rendimento



Le frustrazioni degli investitori derivano dalla mancata conoscenza e comprensione dei rischi finanziari, occorre notare che c'è una divergenza sul significato che si può dare al concetto di rischio:i tecnici si riferiscono a qualcosa di specifico che sfugge alla comprensione dell'uomo comune, il non addetto ai lavori individua nel concetto di rischio, solo come perdita generica.

Partiamo da cosa intende la finanza per Rischio:

Genericamente in finanza per rischio si intende la probabilità di ottenere un rendimento diverso da quello atteso (in senso positivo o negativo e già qui si nota una differenza importante dal concetto di rischi espresso dal senso comune).

Analiziamo alcuni aspetti di rischio:

Il rischio specifico:

Il Rischio specifico è quella tipologia di rischio che si corre quando il risultato dell'investimento è legato a pochi strumenti finanziari o un singolo strumento finanziario. Se io investo il 50% del mio portafoglio su di un titolo e l'altro 50%  su un altro titolo, allora il risultato del mio investimento è legato alla sorte di questi due titoli, ed alla sorte di due soli emittenti. Il rischio incontrollabile a cui mi espongo è dovuto anche alle asimmetrie informative e/o sistematica mancanza di informazioni che ha il sottoinsieme degli investitori rispetto all'insieme del mercato. Il rischio in questo caso è la possibilità concreta di perdere tutto l'investimento. Il caso Banca Etruria ne è un esempio, se metto tutto il patrimonio su un unico titolo e la banca fallisce non ho possibilità di recupero.

Il rischio sistematico:

Se invece acquistiamo molti titoli, di molti emittenti, di diversi paesi etcc... Il concetto di rischio cambia, non è più un rischio tipo: "perdo tutto". Ma il rischio diventa la "normale oscillazione del mercato" nel quale si sta investendo. Questo è un rischio sistematico, il rischio normale di sistema, un rischio che non è ulteriormente diversificabile, ma che si può eliminare con il normale decorso del tempo.
L'eliminazione del rischio specifico passa attraverso l'acquisto di: Indici, fondi, etf.
Il rischio in generale è calcolabile statisticamente in termini di "deviazione standard" detta anche volatilità. La deviazione standard misura la variazione dell'indice rispetto al rendimento medio dello stesso. Cosi una deviazione standard del 5% indicherà oscillazioni del 5 per cento in più o in meno rispetto al rendimento medio nel 68% dei casi.

Il rischio del gestore:

Abbiamo visto come aumentare il numero dei titoli riduce il rischio specifico a favore del rischio sistematico. Acquistare un fondo ci può aiutare. In questo caso però si generano due nuovi tipi di rischi. I fondi possono essere a replica passiva di un indice o a gestione attiva (cioè tentanto di battere un indice di riferimento). In tutte e due i casi abbiamo il rischio di gestione.
Nei fondi a gestione passiva il rischio di gestione si palesa dal momento che: il fondo replica l'indice di riferimento ad esempio obbligazionario e quel particolare tipo di obbligazionario va in crisi. In questo caso la fedele replica dell'indice mentre dal lato riduce il rischio specifico a sistematico, dall'altro espone l'investitore al mancato intervento che non consente di eliminare comunque il rischio collegato all'indice di riferimento.
Nei fondi a gestione attiva, la capacità del gestore consente di ottenere risultati superiori all'indice, in questo caso tuttavia ci si espone al rischio di incapacità dello stesso. E dato che il mercato è un gioco a somma zero, sicuramente a fronte di un gestore capace di estrarre valore ne troveremo un altro incapace di generare valore negativo.

Rischio di "market timing":

Il rischio in questione è un tipo di rischio "subdolo", in quanto non ha termini di paragone. Nei 16 anni precedenti il 2000, il rendimento medio dei fondi azionari distribuiti in America è stato del 14% annuo. Il rendimento medio degli americani che hanno investito negli stessi fondi è stato del 5,3%.
Questa differenza è dovuta al comportamento degli investitori: al momento di entrata ed uscita dai mercati, al rischio quindi di "market timing".
Il momento di entrata ed uscita dal mercato da parte dell'investitore finisce per limitare i guadagni nel tempo (che avrebbero potuto essere maggiori semplicemente stando fermi).
Una scelta sbagliata porta nel tempo a delle perdite irrecuperabili (dovute al tempo che ormai è trascorso e che non torna).
Quando si decide di fare un investimento in base ad una previsione, il vero risultato lo porta il mantenere la posizione pianificata (fermo restando una corretta pianificazione). Infatti una volta che abbiamo stabilito un investimento e cominciamo a modificare la scelta in funzione dell'andamento del mercato, ogni errore comporta l'obbligo di un rendimento doppio per recuperare il danno causato e se mettiamo insieme due tre scelte temporali sbagliate è facile intuire l'effetto sul risultato finale.
Un risparmiatore non deve mai fare operazioni sugli investimenti fatti in base a previsioni circa l'andamento del mercato. Le operazioni di acquisto e vendita devono essere guidate dalla esigenze finanziarie di risparmio ed obiettivi. E' provato che gli spostamenti per cercare di battere il mercato, producono nel tempo gravi perdite.

Rischio liquidità:

Per rientrare di quanto investito si può aspettare la naturale scadenza del contratto, ovvero vendere lo strumento sul mercato.
La vendita di uno strumento sul mercato tuttavia dipende dalla presenza di potenziali acquirenti. Se possediamo uno strumento finanziario che non viene scambiato molto frequentemente, ci si espone la rischio di non trovare la controparte. L'impossibilità di trovare una controparte con facilità viene compensata con la possibilità di vendere sottocosto il prodotto finanziario rispetto al valore "corretto" di mercato.
Questo rischio viene superato utilizzando strumenti con forti scambi giornalieri sul mercato.
Investire in obbligazioni non quotate della propria banca è invece un modo per esporsi a questo rischio.

Rischio valutario:

Il rischio valutario dipende dalle oscillazioni dei rapporti di cambio. Il cambio aumenta le variabili in gioco. Un investimento può salire, rimanere stabile o scendere. Vi sono quindi 1 probabilità su 3 di fare la scelta giusta. Se aggiungiamo anche la valuta allora si aggiungono altri 3 scenari (la valuta si apprezza, rimane stabile o si deprezza), di conseguenza abbiamo uno scenario di probabilità estremamente complesso. Difficilmente comprensibile o contenibile da un normale risparmiatore.

Da quanto visto possiamo capire come in tutto questo la mancanza di formazione, informazione ed infine consapevolezza da parte degli investitori, può causare delle distorsioni notevoli tra quello che sarebbe giusto fare e quello che è meglio non fare.

Buon investimenti a tutti.